lunedì 29 luglio 2013

Trentagiorni (più o meno)

Il primo mese qui è passato in sordina.
Niente candelina da soffiare, due giorni fa, per per il nostro complimese, ma una giornata come tante: casa da sistemare nei limiti di quello che, abbiamo capito- sarà un lungo trasloco, il lavoro di Andrea, la spesa, una lunga passeggiata notturna con i canetti e i nuovi vicini.

Esattamente quello che credo sia giusto fare in questi primi giorni, giorni buoni per acclimatarsi, infilando il piede in acqua per preparare tutto il corpo, lentamente.


Giorni buoni per guardarsi intorno, per prendere le misure, per conoscere bus, tram e i loro affidabilissimi orari, per studiare supermercati e lavanderie: che quella nel palazzo è comoda per ovvi motivi, ma quella vicino al lago...quella vicino al lago ti regala 40 minuti seduta al sole, ad aspettare che il bucato sia pronto.
Per scegliere le strade migliori da fare quando si esce con i cani, la bakerei con il cappuccino e i croissant più buoni, che il salato di mattina, quello ancora no.

I nostri orari continuano ad essere sballati, quando possiamo, cioè quando Andrea non lavora, ci alziamo con calma, portiamo fuori i cani, facciamo colazione fuori, sbrighiamo qualche faccenda. E la sera, la sera in un Paese in cui si cena alle 19 o anche prima, noi non riusciamo a cenare con la luce quindi fino alle 22.00 non ci mettiamo a tavola.
A tavola poi, in realtà è solo da stasera che abbiamo effettivamente un cucina in cui poter cuocere qualcosa e non mangiare solo panini.
E tutto questo inizia a fare casa. 

La difficoltà di tutto quello che stiamo affrontando ce la ricordiamo ogni giorno, ad ogni battito di cuore accellerato, ad ogni senso di stordimento, ad ogni vampata di caldo.

Tutto quello che ci aspetta ogni giorno è scoperta e sfida e le cose più semplici come chiamare il ragazzo che si occupa delle riparazioni nel palazzo o comprare due tessere mensili per i mezzi pubblici diventa un'impresa, a volte divertente, molto spesso frustrante.

Ma ci aspettavamo tutto, volevamo tutto ed imparerò ad amare questo odore di nuovo, di pacchi da spacchettare, di scotch, di cartoni.
Apprezzerò ogni libro che riemerge dalle scatole e quando lo sistemerò sulla libreria proverò il desiderio di rileggerlo di nuovo, come se fosse la prima volta.

Imparerò strade, orari e parole.

Per non rimanere come una cretina quando la cassiera mi chiede se voglio lo scontrino.

giovedì 25 luglio 2013

Un giorno qualunque.

Quella che sto trascorrendo seduta a terra col tablet sulle ginocchia è la seconda notte nella casa nuova.

La casa vacanze di Charlottenburg è pagata fino al 27 ma ieri abbiamo preferito prendere l'indispensabile e portare icani qui che in quella non stavamo più tranquilli.

 L'arrivo è stato dei migliori, Blu eccitato dallo spostamento in macchina e dalla zona nuova tirava ed annusava e ad aprirci il portone è una sorridente ragazza che subito si piega verso i cani, li saluta, li coccola: è italiana, chiaccheriamo un po' ci presenta al marito don un "sono italiani!!!" , scherziamo sul fatto che no, forse non dovremmo andarne così fieri. O forse sì?! Mah.

 In casa c'è solo il frigo, il divano, il letto ed un armadio, i fornelli ce li hanno consegnati rotti (ovviamente) e quindi via di cibo spazzatura mangiato sulla moquette nuova. Finalmente un posto dove non entrare come fossimo ladri, come se fossimo ospiti indesiderati invece che paganti, finalmente un posto che può essere immaginato in divenire. Anche se ora ci sono valigie e scatole e buste ovunque. I ragazzi del nostro "comitato di benvenuto" ci aspettano domani sera per andare a prendere una cosa insieme, oggi lei è venuta a bussarci per dircelo e per raccontarci cose assurde e divertenti di questo palazzo-ostello in cui comunque loro stanno da dicembre. E ci siamo stordite di chiacchere che un po'è stato piacevole parlare in italiano con qualcuno. Oggi sono anche riuscita ad andare alla Rathaus a fare l'anmeldung (domicilio) e sempre da sola sono riuscita a farmi capire non si sa bene come anche se quando ho visto il monitor su cui scrivono i numeri rotto, sono caduta nella disperazione: li chiamavano a voce e i numeri, cavolo se sono complicati! Ma poi gli efficenti tedeschi hanno aggiustato tutto in 5 minuti e non c'è stato bisogno di mostrare il fogliettino col numero come una muta. Sono andata anche al lago, che è distante 10 minuti di passeggiata ma c'era una specie di centro estivo urlante quindi sono andata via. Mancano ancora delle cose da prendere nella feriewohnung di Charlottenburg e soprattutto dobbiamo portare qui le nostre cose che aspettano in deposito, Ma con calma, ora possiamo fare con calma.

martedì 23 luglio 2013

Odore di nuovo

E quindi, finalmente ci siamo.
Siamo riemersi dall'agitato mare del mercato immobiliare berlinese, mare che ci ha visto solo passare, senza poter lasciare alcuna scia, comparse senza diritto di parola.

Tra le varie difficoltà che ci saremmo aspettati mai avremmo detto che la ricerca infruttuosa di casa avrebbe potuto popolare così i nostri peggiori incubi.

E invece.

Apri vari siti per le ricerche di wohnung mieten (appartamenti in affitto), scegli, chiami, prendi appuntamenti, voli da una parte all'altra della città e all'inizio ti sembra quasi fatta, nemmeno uno di quei terribili appuntamenti open in cui tutti si riversano nella casa e poi gareggiano per chi porta prima i documenti in agenzia (tornerò sullo scabroso argomento), no, tutte persone carine, vecchi vermieter (inquilini) che ti mostrano la casa, illustrando i pro e i contro, gentili e disponibili, tanto che tu ingenuamente pensi "è fatta"!  ti senti quasi nachmiter (nuovo inquilino...sì, i tedeschi hanno inventato una parola anche per questo)e invece..."compilate questo foglio coi vostri dati e poi, portate i documenti in agenzia se siete interessati."

"Se siamo interessati?! Ma certo è bellissima e costa poco" (quasi in ogni caso).

Con documenti o papieren si intende:
-ultime 3 buste paga, noi che non le avevamo portavamo il contratto di lavoro di Andrea (l'unico di noi a possederlo);
-fotocopie dei nostri documenti;
-Schufa (certificato che indica il grado di "credibilità finanziaria" e quindi se e quanti finanziamenti hai, se li paghi, se paghi le tasse, se paghi le multe. Se la tua Schufa, che si richiede e successivamente controlla presso un'Easy credit o un qualsiasi istituto bancario, pagandola 18 euro nel caso del primo o di un istituto bancario dove NON hai un conto, dicevo se la tua Schufa scende sotto il 60%, comincia a pregare.
-un foglio del vecchio proprietario di casa che garantisce che hai abitato nel suo appartamento dal al e hai sempre pagato la cifra di;

con questo malloppo si va o fisicamente in agenzia o gli si inviano via mail o fax e poi si aspetta.

Cosa?! Quasi sempre il nulla. Visto che su 15 appartamenti visitati e 7, 8 documenti consegnati solo 2 ci hanno "selezionati".
Perchè?!
Perchè siamo italiani, perchè lavora solo uno di noi due, perchè abbiamo due cani e la busta paga non è abbastanza alta, visto che come ho già raccontato, la busta paga netta deve essere tre volte l'affitto "caldo" e quindi comprensivo di luce, acqua e ga dunque per una casa da 600 calda che a chi viene da Roma sembra un sogno, dovresti avere 1800 di busta paga che insomma, non sono proprio uno scherzo.

Quando anche una mansardina dei sogni molto economica ci delude e siamo già sull'orlo della disperazione ecco che il social network per antonomasia ci mette lo zampino: uno sconosciuto amante dei cani, legge le nostre disavventure e ci consiglia di andare a chiedere in un posto a Weißensee, periferia nord-est di Berlino conosciuta per il lago molto frequentato con l'atmosfera di un villaggio ma con un tram che in 20 minuti porta ad Alexander platz, con la metro a poche fermate di bus e tutti i servizi, oltre a tanto verde.

Il posto in questione è l'European City Center una specie di centro culturale, centro sociale, simile ad un piccolo Forte Prenestino per gli amici di Roma, dove sono ospitati artisti da tutto il mondo, con teatri, atelier per mostre, spazi per concerti, due caffè, un lago artificiale in costruzione, corsi di tedesco e ...udite, udite, un'agenzia immobiliare.

Non inorridiamo alla parola solo perchè il ragazzo che mi consiglia il posto mi rassicura dicendomi che è un po' bizzarro ma non chiede documenti.

Con le speranze ridotte all'osso ci imbarchiamo ed arriviamo in questo posto e, lo ammetto, il primo pensiero entrando alle 14 in questo enorme centro sociale ospitato da una vecchia fabbrica del 39 è: finiremo in una comune, costretti a costuire in eterno laghi artificiali in cui non potremo mai rinfrescarci e la nostra storia finirà e le nostre personalità scompariranno perché questi sono come "gli Altri" di Lost.

E invece arriva questo tipo strambo, nonostante avessimo un appuntamento ci chiede cosa stavamo cercando, ci fa qualche domanda generica e ci fa accompagnare a vedere la casa che scopriamo non essere lì dentro. Andiamo a vedere la casa: è piccola e luminosa ma incredibilmente "possibile", la guardiamo, ci guardiamo intorno ecco che si avvicina il momento dei documenti, le buste paga e noi che ci guardiamo sconsolati e invece il ragazzo ci dice "volete venire adesso a firmare il contratto". ........ Sta succedendo davvero. Ora?! No, ora no, blateriamo...dobbiamo scappare. Domattina?! Domani sì, anzi no, è sabato. LunedI??! E così oggi, ancora un po' titubanti ed increduli siamo tornati, abbiamo dovuto aspettare quasi un'ora perchè nello scavare per il lago hanno stracciato un filo elettrico portando via la corrente a tutti i palazzi adiacenti, Rathause-Comune compreso, ma poi ci ha fatto salire, chiesti i documenti e fatto firmare, davvero, il contratto. Un sospiro di sollievo ci pervade: andiamo nella casa nuova, cerco di immaginarla con i mobili dentro. Non vedo l'ora di sentirla mia. Di sentirla odorare di noi.

giovedì 18 luglio 2013

Tempi e sguardi

Ieri sera blogger non si apriva, almeno non con questa connessione e così non ho scritto ciò che avrei voluto.


É che la disavventura della casa sta monopolizzando questi primi giorni berlinesi e devo combattere con la sensazione che mi stia perdendo qualcosa di grosso, di speciale, come il benvenuto a Salamanca l'anno dell'Erasmus 'che io arrivai il giorno dopo e tutti si erano già conosciuti, presentati, adocchiati. Prenotati.

Che mi stia perdendo qualcosa di raro, come ad esempio un'estate come Cristo comanda.

Che qui si sa, l'estate arriva a luglio e la primavera è con la neve e l'idea che io mi stia perdendo il periodo più bello dell'anno ( a detta di molti ma chissà, magari iommi innamorerò di marzo...) dietro ad agenzie che ci ignorano, case in culo al mondo, case belle ma troppo per noi, ecco...mi fa incazzare parecchio.

Ma d'altra parte non poteva certo andare tutto liscio come l'olio, stiamo qui da 20 giorni e ci sembra molto di più per la quantità di cose che siamo riusciti a fare.


Tutto questo per dire che Berlino è bellissima. E lo è anche davanti al mio sguardo distratto e frettoloso, sguardo di chi deve sistemare mille cose prima di cominciare davvero a vivere. Sguardo indaffarato di donna che dopo 10 ore di macchina guarda fugacemente il mare ma sa che prima di raggiungerlo dovrà disfare le valigie di tutta la famiglia.

Berlino è bellissima senza fare poi molto per esserlo, bellissima ed appena sveglia. Bellissima ed in disordine. Senza scusarsi mai.

Spero presto di poter avere uno sguardo più attento, più attento ai particolari, ai dettagli, ai colori. Anche dietro l'obiettivo.

Per ora è così.



domenica 14 luglio 2013

Attese e passaggi (apparentemente) inutili

Non la chiamerei tanto freddezza, quella dei tedeschi, quanto più essere terribilmente burocrati e seri, ecco.   Premettendo che io a Roma le case le ho sempre affittate col passaparola "oh ma lo sai che il cugino de 'n amico de uno che c'ha er banco ar mercato lascia 'na casa?!" e quindi non ho mai avuto bisogno di andare in agenzia e non so esattamente come funzionino le cose ma qui la sensazione è che sia tutto terribilmente rigido.



 Tu vuoi affittare una casa che "calda" (tutte le spese di luce, acqua e gas incluse) viene a costare 700 euro? Bene se non hai una busta paga di 2.100 euro (netti) te la puoi pure dimenticare. In un certo senso oltre a tutelare loro stessi, tutelare i proprietari delle casa, tutelano anche te che non ti ritroverai mai a non poter pagare l'affitto.   Ma vaglielo a spiegare che a Roma hai pagato 950 euro  di canone mensile (spese di condominio escluse) per due anni durante i quali solo i primi mesi avete lavorato in due, poi hai lavorato solo te e la padrona di casa era anche la titolare della società per cui lavoravi e sapeva benissimo che alcuni mesi saremmo rimasti con 300 euro, altri mesi con niente, altri ancora non ci sarebbero bastati nemmeno per l'affitto (e nonostante questo, non ha mai aspettato u n solo giorno).     Come è stato possibile sopravvivere?! Me lo chiedo ancora, a volte. Aiuti dalle famiglie, risparmi dilapidati, botte di culo.     Ma qui non esiste niente di tutto ciò e se hai 1300 netti in busta paga puoi candidarti per una casa di 420 calda. Ed esistono e sono pure bellissime e ben collegate con le metro (indispensabile, a Berlino) solo che noi siamo appena arrivati, siamo italiani ed abbiamo due cani. E così le opportunità di avere una casa a quel prezzo si riducono drasticamente. Ma non spariscono, sia chiaro e per la casa perfetta che abbiamo visto venerdì, anche se si tratta miracolosamente di un privato dobbiamo aspettare mercoledì per una risposta. Perchè sabato e domenica è tutto fermo, lunedì visionerà i documenti, martedì al massimo mercoledì sapremo qualcosa. Ed io, impaziente, odio aspettare e fremo. E vorrei sapere dove posso visualizzarmi da qui a sedici giorni. Che, ridete pure, fossimo solo noi due me ne fregherebbe di meno ma ci sono i nostri due canetti con noi e il senso di responsabilità è grande. Sennò c'è l'opzione casa vacanze, paghi un po' di più ma non c'è la trafila dei documenti e l'attesa snervante. Ma non ci  sarebbe nemmeno una casa nostra, da arredare pian piano come piace a noi, dove ficcarci un divano che possa essere la cuccia dei nostri cani senza l'ansia che possano rovinare il divano di qualcun'altro. Dove sistemare libri e cd  che  ci aspettano, pazienti, in un deposito.   E tornando alla rigidità che sto cercando di comprendere dei tedeschi, ieri eravamo al Durkenstain Festival a Charlottenburg e ci avviciniamo allo stand Chicco d'oro per ordinare due caffè, quando alla domanda quant'è ci siamo sentiti rispondere quattordici euro abbiamo strabuzzato gli occhi. Conosciamo l'uso del pfan, il vuoto a rendere,  ma non riuscivamo a capire perchè dovevamo pagare 10 euro di vuoto pure prendendo il caffè allo stand senza portare le tazze da nessuna parte. Paghiamo quanto richiesto. Beviamo il caffè ed ecco che ci vengono restituiti i 10 euro. Tutto in 5 secondi. Italianamente non riesco ancora a capire tutti questi passaggi che sembrerebbero inutili ma sento di essere sulla strada buona.

mercoledì 10 luglio 2013

Una volta qui era tutta campagna

8Da brava social network addicted quando abbiamo deciso di trasferirci ho dato un'occhiata in giro sul web per quanto riguarda l' agomento "vivere a Berlino", tra qualche cosa utile e molte cose inutili, quellon che emerge prepotente è il desiderio di scoraggiare "nuovi arrivi" espresso nei modi più astiosi possibile.

Soprattutto facendo allarmismo sul fatto che "no, il lavoro non c'è "quando invece la nostra esperienza dice il contrario: mio marito cuoco dipolmato alberghiero da due anni in piena crisi lavorativa a Roma, qui ha trovato lavoro dopo un giorno. Non dopo un mese, ma dopo UN giorno. Quindi, dipende dai lavori ma ho la sensazione che se sei qualificato lavori e se ti dai da fare comunque qualcosa esce.

 E poi avvertimenti che "no, non si trovano appartamenti "e quindi "esistono agenzie di italiani a Berlino, chiedi a loro" diventa l'unico consiglio che leggi in giro e spesso, soprattutto se sei appena arrivato, non hai ancora un lavoro o comunque ce l'hai da poco e magari con una busta paga non altissima, rivolgersi a connazionali rimane davvero l'unica soluzione.

 Non per noi che abbiamo preferito prenotare una casa vacanze su Airbnb per due mesi, in attesa di trovare un affitto berlinese (600 euro calda, tutto incluso, 60 mq in pieno "centro" -lo virgoletto perchè centro a Berlino è un po' un non sense- a Prenzelauerg Berg) e non un affitto italiano (stessa zona, 40mq monolocale a 950 euro tutto incluso). Perchè mi duole dirlo ma noi italiani siamo italiani ovunque e un po'ci piace arrotondare. E pure speculare sui connazionali appena arrivati che non conoscono la lingua, non conoscono la città e soprattutto non hanno un cognato che parla tedesco e che ha vissuto a Berlino e che ora è comunque in Germania. E anche se poi sulle nostre pagine fb di emigrati famosi ci diciamo dispiaciuti per la situazione drammatica che l'Italia sta passando, al tempo stesso avvertiamo che "Berlino non è il paradiso" e intanto contiamo gli incassi che i nuovi polli nostri compaesani finiranno col lasciarci. Forse è vero che anche Berlino sta cambiando e che se fossi venuta a vivere qui nel 2009, la prima volta che mi fu proposto, ora saremmo già sistemati, forse con un paio di pupi, un Altbau a Mitte, una bici col carrello e un cane che cammina sciolto accanto a noi tipo telecomandato. Ma non sarebbe Blu, non ci saremmo sposati a Caracalla, non mi avrebbe accompagnata Betta con la Mini rossa e non avrei mai fatto quel milione di cose meravigliose che ho fatto negli ultimi anni. Non ultimo conoscere ed amare degli amici bellissimi. Non mi sarei vissuta il declino dell'Italia, la crisi che ti manda a casa marito e padre nello stesso periodo, le delusioni politiche, le litigate per l'arrivo di Grillo, non avrei visto nascere Eva. E quindi mi va bene la sensazione di essere arrivata tardi, in una città che tutti sembrano conoscere meglio di me e addirittura rimpiangere. Mi vanno bene gli affitti un po' aumentati, un po' meno che la colpa sia -anche- di noi italiani.

sabato 6 luglio 2013

Parole tinte

Torna a casa ed entra di corsa in bagno, un telo da poter sporcare senza problemi non ce l'ha, non è mica casa sua questa. Vorrà dire che dovrà fare più attenzione.

La tinta che ha scelto dovrebbe andar bene, in ogni caso se la farà andare bene.



Sembra l'inizio di un libro giallo o la scena di un film visto troppe volte magari di quelli con la Stasi di mezzo, per rimanere in tema, ma a differenza di quello che ci si aspetta dal seguito, non c'è nessuna identità da cambiare, nessuno da seminare, nessun pericolo.
Anche se in questi giorni la mia vita è comunque avventurosa.

Giro in vie del tutto nuove, mi perdo, cerco e trovo tutto quello che mi serve ma prima devo trovarne la traduzione in tedesco.E spesso il buon vecchio dizionarietto tascabile arriva prima dello smarphone o del tablet.
Cerco di usare l'inglese il meno possibile, mi sembra "spronante" (?) per iniziare ad usare il tedesco: so ordinare al bar, chiedere il conto (in due modi diversi per giunta), ringraziare, scusarmi, chiedere una busta alla cassa. Perchè io una lingua che ha questo numero esagerato di vocali per ogni concetto, sensazione, la voglio imparare. Una lingua in cui esiste un termine per dire di "gioire per le disgrazie altrui " Schadenfreunde o il concetto di essere in due Zweissamkeit, una lingua che mette la maiuscola a tutti i Nomi, quasi con rispetto, non posso non parlarla, scriverla, leggerla.




E anche se "la vita è troppo breve per imparare il tedesco "(cit.), pazienza, ce la faremo bastare.

venerdì 5 luglio 2013

Haustiere erlaubt

Sapevo che la ricerca della casa non sarebbe stata facile ma pensavo anche che avremmo avuto piú tempo a disposizione per iniziarla.

Ed invece, da questa casa il 27 saremo fuori e passare da una casa vacanze ad un'altra me lo vorrei evitare davvero, per cui diamoci sotto e cerchiamo casa con contratto di affitto dove poter stare "almeno" un anno.

Qui la situazione è complicata: da quello che so e che ho capito TUTTI vivono in affitto a Berlino, quasi nessuno compra case (eccezion fatta per gli italiani) quindi la richiesta è tanta e la concorrenza spietata.

Se vi chiedete perchè allora non cerco da proprietari italiani la risposta è racchiusa nel fatto che anche i loro affitti sono molto "italiani" e che c'ho scritto Gioconda in fronte?!

Ci sono vari siti di agenzie o annunci di privati e funziona così: chiami e prendi un appuntamento per vedere la casa e dentro ci trovi l'affittuario che -da contratto con l'agenzia- deve accordarsi con l'eventuale nuovo inquilino e chiedergli se vuole che venga rimessa la carta da parati o data un'imbiancatura (tutti quelli che lasciano casa sono tenuti a farlo). Inoltre se non ha dato i tre mesi di preavviso deve pure occuparsi di trovare un nuovo inquilino.

Ma il fatto di essere piaciuto tantissimo al vecchio inquilino non significa niente perché comunque l'ultima parola l'avrá la famigerata "agenzia" con la quale dovrai riuscire a prendere un appuntamento, portargli tutti i documenti: contratto di lavoro, anmeldung (domicilio), schufa (certificato che NON sei un cattivo pagatore ma per i nuovi arrivati è una formalità) ecc. e poi ti faranno sapere.

Per non parlare dei famosi casting in cui a vedere la casa si va in tanti e poi quello che piace di più o comunque il più veloce a portare i documenti in agenzia si aggiudica la casa.


La nostra situazione si complica ulteriormente dal fatto di avere un solo lavoro e due cani, ma qualcosa di molto abbordabile è uscito, ora aspettiamo le famose chiamate dell'agenzia e domenica ci faremo pure un casting, che non si sa mai. Senza corsa finale però, che l'agenzia la domenica è chiusa.

I bambini durante il giorno escono dagli asili (kindergarten) e vanno con le educatrici a passeggio o ai giardini.
Gli autobus sono di una puntualità imbarazzante almeno per me nata e cresciuta con l'Atac.
L'autista ogni volta che ce ne è bisogno scende dal bus e va a tirare giù la pedana dalle porte centrali ed aiuta il passeggero con disabilità a salire e scendere.
Piove due minuti e i bambini continuano a scorrazzare tra l'erba, nessuno torna a casa o si ripara perchè sanno che presto smetterà e soprattutto sanno che tra qualche mese ci sarà un lungo inverno da affrontare.
Quindi meglio fare scorta di sole.

martedì 2 luglio 2013

mobbing condominiale.

Pare che abbiamo trovato il primo italiano che è riuscito a metterci nei guai: affittandoci una casa su Airbnb con la dicitura "cani ammessi" mentre qui di ammessi sono a malapena i cristiani.

E così, mentre mi accingevo ad affrontare la prima giornata libera di pura esplorazione e, su una panchina fuori dalla metro aspettavo arrivassero le 10 per poter utilizzare il mio abbonamento, ecco la telefonata del padrone di casa: mi avverte di essere stato chiamato dall'hausemiester che si lamentava di decine di telefonate -dice lui- ricevute dai condomini con le quali si lamentavano dei cani che -dicono loro- abbaiano giorno e notte.

Addio sole, prato, passeggiata, nessun progetto, libri, piedi nudi sull'erba: torno di corsa a casa piena di ansia terrorizzata all'idea di trovare una "cagnara" causata dai miei cani, che ne so, in piena crisi di abbandono e disorientamento, nonostante il distacco graduale e -apparentemente- ben riuscito.

Arrivo e nel condominio il solito silenzio e dalle finestre di casa il nulla più assoluto. Aspetto mezz'ora, quaranta minuti e ancora tutto tace. Ne ero sicura, del resto.

Incazzata telefono al tipo e in tedesco blatero qualcosa sul fatto che sono lì e se possiamo vederci per parlare, lui -coincidenza- era davanti la porta di casa e pensa bene di suonare. Io lo chiamo e -grazie al cazzo- Blu sente la mia voce, il campanello e abbaia.
Gli spiego e gli mostro che lo fa solo perchè io sono lì e che se me ne vado smette dopo due minuti.

Pare capire ma nonostante questo, ci spiega, lui deve dare conto agli inquilini e
noi, mi fa capire, stando in casa vacanze non contiamo niente.


E mi dice, tra le altre cose, che i vicini suonano -coincidenza sempre quando non ci siamo noi- e arigrazie ar cazzo che abbaiano.

Vabbè, scrivo un bigliettino in cui spiego che se suonano i cani abbaiano quindi meglio non suonare, bitte.

Ancora qualche settimana e speriamo di trovare una casa in cui sia ammesso respirare senza disturbare nessuno.


Ma.

La cameriera della bakery in cui vado la mattina è sorridente e simpatica, ha capito che voglio imparare il tedesco, mi parla langsam  e mi corregge.

Mi sono iscritta a scuola e l'8 agosto inizio. 5 giorni a settimana quasi 5 ore al giorno.
Il posto dove ha trovato lavoro Andrea è fighissimo e sembrerebbe pure serio.

Sento tutte le persone che ho lontano qui vicino, sento i pensieri, gli auguri, il tifo, le emozioni.

Non mi mollate, non vi mollo.