venerdì 20 febbraio 2015

Non è curioso avere paura della primavera?

Non pensavo saresti arrivata così presto ed invece sei quasi qui.
O comunque non sei così distante, qualche centinaio di metri forse, fosse possibile quantificare quello che ti divide da me.
Allora diciamo che sei solo a qualche giorno di viaggio? Forse di più.

Ma ci siamo quasi, lo capisco dalla luce che accendo sempre più raramente e da quell’altra luce, quella che viene dal cielo, che sempre più spesso si affaccia e prova ad essere una specie di normalità. 
Ma non mi sembra il caso di parlare di sole.

E  lo capiscono anche i miei occhi, che si stringono in fessure mentre provo a scrivere righe che non assumeranno mai una forma, non stavolta almeno e dicevo che stringo gli occhi per la pigrizia di non alzarmi e mettere quel lenzuolo alla finestra che faccio finta sia una tenda. Rossa.
Ma poi lo faccio, poi mi alzo, perché scrivere con gli occhi a fessura mi fa male, mi fa venire le rughe e mi peggiora  la vista.  

Sono stati mesi strani e lo dico e lo scrivo tutti i mesi, quindi aspetto il giorno in cui scriverò
sono stati mesi normali

Boh.
Intanto devo ammetterlo che sono stati mesi strani o comunque che sono passata dalla morte alla vita e non so nemmeno io come.
Lo sapete?
A me una volta la vita me l’hanno tolta e poi me l’hanno ridata.

A togliermela non lo so chi è stato ma so invece chi è stato a ridarmela e sono state
Parole
Libri
Musiche
Progetti
Cose da fare
Persone da incontrare
Persone che non so nemmeno perché ma mi hanno scelta
Persone che non se ne sono andate
E che sono arrivate
E stanno ancora qui
E non so perché
E poi se ne andranno
Ma va bene lo stesso

E io, per prendermi un po’ di vita l’ho forse tolta a qualcuno
L’ho sicuramente tolta a qualcuno.
Perché così funziona.

Ieri, una patetica ed irrinunciabile e romanticissima serie tv che mi concedo nei momenti in solitaria fatti di lacrimelacrime e Blu che mi guarda attento e pronto ad asciugarle, mi ha fatto riflettere su quanto sia possibile sopravvivere.
Su quanto, strano ma vero, si possa sopravvivere.
Ve lo giuro.
Anche al dolore piu lancinante, alla perdita più assurda
Anche al lasciare andare quella che era ancora solo un’idea e un’aspettativa di tutti.
Ma di tutti chi?
Degli altri.
Ma degli altri chi?
Comunque molto piu degli altri che di me stessa, a conti fatti.

Si sopravvive al non essere quello che gli altri si aspettano da te.
Si sopravvive.

Oppure solo ci si lascia salvare, prendendo seppur restii, il salvagente.

Quello fatto di circostanze insospettabili.
E si resta a galla, dondolando, con gli occhi socchiusi, assecondando il suono di musiche diverse che però confluiscono tutte nello stesso punto.

Ma non è niente di speciale. La mia è una vita banale come un'altra. 
Ed ora che mi sono alzata a mettere davanti alla finestra il lenzuolo che fingo sia una tenda, quella luce s'è affievolita di già.