martedì 18 giugno 2013

Turbinio...


 ...di emozioni indefinibili.

Diverso da tutto quello che ho vissuto fin'ora, com'è giusto che sia.

L'unica esperienza simile a quella che mi sta aspettando risale al 2003: Erasmus in Spagna.
Nemmeno di quei giorni ricordo la spensieratezza, 'che con me non sarebbe venuta la rassicurante carta di credito di papino, ma pochi spicci e sapevo bene che non sarei potuta resistere a lungo.
6 mesi, senza proroghe. Il tempo di imparare un po' di spagnolo, dare qualche esame, divertirmi, fare amicizia e via...
Ma furono 6 mesi pieni, molto pieni, tanto che tornai soddisfatta ed appagata, per niente controvoglia. Ricordo ancora che stracciai il foglio per la richiesta di proroga senza pensarci due volte.
Via.
Ma allora, pur non avendo spensieratezza universitaria, avevo 10 anni in meno ed ero sola e con un biglietto aereo di andata/ritorno.
Niente di paragonabile a tutto questo.


Mentre scrivo sono circondata da scatoloni, scotch, fogli di giornale e sempre il solito pensiero: " ma quante cose si accumulano con gli anni? E sopratutto, perché?" Ci aiutano forse ad affrontare le dure giornate, ci aiutano a trovare un lavoro, tutte 'ste cose? A pagare le bollette? Ci consolano quando stiamo giù?! Boh, forse sì.


Meno una settimana e un giorno, per dirla alla Bennato e ogni giorno c'è un saluto che non è un saluto "dai tanto ti pare che da qui al 26 non ci rivedremo?!" e questo con decine e decine di persone tanto che la razionalità si affaccia e sussurra:  "E no che non vi rivedrete. Tenuto conto che le giornate sono di sole 24 ore. Non vi rivedrete almeno nei prossimi mesi." Che poi, quante volte passano mesi senza vedere amici ed affetti cari, pur vivendo nella stessa città, se la città è Roma e le giornate da affrontare sono come quelle mie e di molti di questi amici ed affetti cari? 

Eppure...

il turbinio di emozioni non accenna a placarsi.


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