San Domino, Isole Tremiti |
Mi ricordo ancora il giorno in cui guardandomi negli occhi Tina mi disse: “Prendi il mio zaino, è pieno di sassi brutti e pesanti, portalo al
mare e una volta lì buttali in acqua.”
Forse anche lei sapeva che non mi spaventa farmi carico di
persone e cose, che le prendo con me, seppur coi miei tempi e le mie pause e le mie
paure.
È passata una settimana da quando sono arrivata su
quest’isola, il viaggio è stato faticoso, il mare molto mosso ma ora sono qui
ed attendo paziente che il vento carico di microscopici granelli di sale
levighi i sassi e li renda lisci.
Forse dovrò aspettare settimane, forse mesi
ma non ho fretta, le ho promesso che l’avrei liberata da quel peso e questa
promessa fa ormai parte di me come tutte quelle cose che ci sono da prima ancora che
il mio sguardo sul mondo si facesse consapevole.
Prima di buttarli in mare però voglio renderli belli, lisci,
tondi, voglio togliere il brutto che le ha fatto desiderare di liberarsene per
sempre perché io ho bisogno del bello e lo cerco in tutto quello su cui poggio
questi occhi stanchi e queste palpebre gonfie.
La torre di sassi che ho creato è alta e si staglia contro
il cielo azzurro e bianco, seppur invisibile il vento sta facendo il suo
lavoro e i sassi diverranno lisci e tondi come li desidero io e come credo
vorrebbe vederli lei e lo saranno per qualche istante e brilleranno di
splendente bellezza prima di sprofondare per sempre nell’abisso più nero.
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