sabato 7 settembre 2013

La routine.

E così pare davvero essere questa la mia routine.

Almeno sarà questa fino a che non inizio a lavorare e non che io non voglia lavorare, sia chiaro, solo che sto studiando molto intensamente e per UNA volta, UNA, voglio provare a fare UNA cosa alla volta, UNA. 
Perché è proprio questa la vera differenza tra prima e adesso. Tra qui e . Che qui posso permettermelo. 

Quindi, dicevamo, questa è la mia routine e mi piace tanto ed è abbastanza evidente: mercoledì ho finito il corso A1.1 e mi è sembrata una grossa vittoria, 100 ore in cui ho parlato, ascoltato, letto soltanto in tedesco cosa che solo un mese fa non avrei mai pensato possibile. Due giorni di stop e da lunedì si ricomincia con A1.2 e non sto nella pelle. 
Che se avessi studiato con tanta passione al momento giusto, adesso avrei quattro lauree e una cattedra all' Università. Non italiana probabilmente.

E poi il parco con le nuove amiche, una bottiglia di vino e raccontarsi di com'è la vita in Israele che fino a che non hai fatto il militare sei proprietà dello Stato e non sei una persona libera e mentre ti racconti in una strana lingua che non sai nemmeno tu bene quale sia, ti soffermi a sorridere davanti allo spettacolo di 5 bambinetti scalzi&biondi che ballano al ritmo di percussioni suonate da uomini con cani che raccolgono vuoti a redere che in Italia sarebbero meglio conosciuti come barboni o, se proprio sei tollerante&figo, punkabbestia.
E i genitori dei biondi&scalzi stanno lì e ballano pure loro e sorridono e sono tutti felici e con quell'aria assolutamente normale e distesa.

Proprio come il settantenne tuttonudo al lago che nessuno ha guardato per più di due secondi né tantomeno con aria infastidita e/o imbarazzata.
E io, arrossendo un po', non sono riuscita a non guardarlo di sottecchi e con un po' di imbarazzo, un paio di volte. 

IO, cittadina del Mondo. IO, donna libera. IO, che alla fine sempre all'ombra der Cuppolone sono nata e di uomini nudi al parco ne ho visti ben pochi. Diciamocelo.

E  poi la discoteca in cui il buttafuori ti chiede i documenti e tu perplessa gli chiedi: "cosa?!?!! Ma ho TRENTASEIANNI!" che documenti?! E alla fine glieli dai e gli vuoi pure un po' di bene, per quella botta di autostima.

E lo spicchio di sole delle 19 al parco di Rosenthaler e in tutti, tutti i parchi, in cui ci si fa più vicini per goderne, di quei raggi, fino alla fine.

Il macho turco che posso aiutarti? ad aprire la bottiglia di vino intende, e tu, in tedesco no, grazie è facile, e lui, no, non è facile e si mette, poverino, ad armeggiare con un cavatappi su un tappo che - come avevo ben visto e appositamente scelto- è a vite. E cosa avreste fatto voi?
Io l'ho lasciato fare e credere, voltando lo sguardo dall'altra parte, per evitare di vederlo affannato ed in difficoltà nel rendersi conto di aver fatto una cazzata.
E alla fine, quando l'ha svitato l'ho guardato di nuovo, ringraziandolo, per giunta. 
Soprattutto dello spettacolo divertente.

Il tram alle dieci di sera che sembravano un po' le otto e un po' le quattro di mattina.

La sensazione di avere tutto tra le mani. Tutto quello che l'Italia mi stava, giorno dopo giorno, in modo quasi impercettibile togliendo.
Perché quando torni a respirare a bocca aperta, ti rendi conto di quanto tempo sei stata in apnea. E di quanto fossi pericolosamente vicina al diventare cianotica.

 





6 commenti:

  1. già per il fatto che avevi tra le mani un vino con tappo a vite meriteresti sputacchi nell'occhio destro!
    Comunque mi piace l'entusiasmo con cui stai affrontando la nuova esperienza. A volte, da italiano all'estero, mi sembra troppo. Cioè, mi sembra che ogni cosa brilli per il semplice fatto di essere fuori dall'Italia. Beh, forse ti accorgerai che non è proprio tutto oro quel che luccica. Ma, stanne certa, l'oro è molto più di quello che avresti potuto trovare sotto casa tua. Certo, non avere ancora degli impegni di lavoro ti consente di integrarti per bene e cercare di vivere la città. Poi diventa un po' più difficile, ma non impossibile, bada bene. Forse, da romana, ti troverai a fare i conti col freddo inverno berlinese, allora magari qualcosina smetterà di luccicare così tanto. MA son certo che saranno sempre più i buoni motivi per restare, che quelli per tornare! un abbraccio

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    1. Il vino col tappo a vite è stata una scelta funzionale al parco e ti dirò, non era nemmeno male. ;)
      Per quanto riguarda l'entusiasmo non credo che il mio meriti l'aggettivo "troppo", alla fine, voglio dire, ci sta tutto.
      Ci stanno tutte le mie paure, le mie perplessità, i miei dubbi, le mie malinconie e tutto quello che mi mancava e che ora, per fortuna, ho.

      Essere "italiani all'estero" non necessariamente accomuna. Dipende da dove si arriva e dove si approda. Dipende dai motivi per i quali ci si è mosso e cosa mancava e cosa si è invece trovato.

      Non penso che il lavoro che, se mi andrà...con calma, troverò, cambierà di molto le cose. La meraviglia è che qui si vive con uno solo stipendio quindi...lavorare meno, lavorare tutti, viversi di più la città, gli amici, gli amori, la famiglia.
      Certo non ricadrò nell'errore italiano delle 12 ore di lavoro al giorno. ;)

      E per quanto riguarda il freddo ti dico solo che ho una voglia che arrivi la neve che non hai idea. Almeno il primo inverno lo passerò solo con l'entusiasmo da lago ghiacciato, caffè bollente, stand aperti per strada, dolci e NATALE! ;)

      Tutto quello che NON è in Italia. Non è un'impressione, per me è proprio così. Perché l'Italia puzza di stantio e questo lo pensavo già due anni prima di trasferirmi e continuerò a pensarlo fino a che (eheheh, ma quando?) non cambieranno le cose. ;)

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  2. *Tutto quello che non è in Italia brilla. Mancava brilla. :)

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  3. beh capirai, franci, che potersi permettere di dire: SE MI VA, LAVORO! cambia di molto la prospettiva. Ad ogni modo questa Berlino è proprio la terra promessa

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  4. Tutt'altro: dipende dalla vita che vuoi fare o se vuoi vivere in quel centro che centro non è ma fa tanto figo.
    É ricca di opportunità però e molto è possibile ma tanta gente se ne è andata con le pive nel sacco ed altrettanta in due giorni ha trovato lavoro.
    Ovviamente tornerò a lavorare, troppa voglia di indipendenza, troppa abitudine al lavoro ma solo dopo aver raggiunto un discreto livello di tedesco. Senza fretta ;)
    Perchè ad esempio, senza tedesco, qui ci si fa molto poco. ;)

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  5. P.s. e intutto ciò non mi sono nemmeno informata su agevolazioni e sussidi eh?! E c'è gente che ci campa ;)

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