mercoledì 7 agosto 2013

Giornata tipo (anzi mezza)

Per il mio ultimo giorno da fancazzista italiana a Berlino che poi i primi due termini qui sono quasi sempre sinonimi , avevo programmato un salto in libreria in mattinata. E magari a scuola per vedere se per caso avevano affisso qualcosa in bacheca. E basta.

Domani inizia scuola e giammai la scolaretta rompiballe che latita in me potrebbe andare a scuola senza libro. Ma si sa, questa città è imprevedibile e così...


Dai Blu, andiamo a fare la passeggiata. Però facciamo il giro dell'isolato, senza allontanarci troppo 
Peccato solo che da queste parti, il giro dell'isolato è roba di 2 km, forse 2 km e mezzo perchè non è il giro del palazzo ma il giro di 2, 3, 4 fabbriche di quelle enormi e rosse degli anni 40, e poi prati, boschi.

e   Oddio un ponte, ma dove cavolo siamo?! Ci siamo persi Blu, non ridere. Ah, ecco, riconosco la strada.</i> E così dopo un'ora e mezza di camminata, con somma gioia del mio cane torniamo a casa. Dai Gimli ora tocca a te, aspetta che prendo la spazzatura. Plastica, umido, carta. Ah sì la carta la infilo tutta in questa bella scatola di cartone. Pure l telefono che non si sa mai. Mmmm...niente tasche. Vabbè ecco il lampo di genio- metto nella scatola della carta, vuoi che non mi ricordi di toglierlo pri ma di buttarla?!?!?! ascensore, spazzatura, butto tutto. Tutto. 50 metri e ...ora prendo il telefono e... ÀAAARRRGGGGHHHHHH IL TELEFONO!

Come una cretina l'avevo lasciato nella scatola. Torno indietro di corsa ed eccolo lì...impossibile da prendere. Fermo un ragazzo convinta che col braccio più lungo ce l'avrebbe potuta fare (manco fosse stato Carletto il Principe dei Mostri) e invece niente: non si impegna. Alla fine resto sola: io, Gimli, il cellulare nel bidone e una scopa. UNA SCOPA?!?! Ma certo che con la scopa ci riuscirò. E così tra sudore, schifo, fatica e un'abilità che manco la pesca alle giostre recupero il mio cellulare.

E poi di corsa a comprare il ibro, che qui nei primi giorni di scuola sono tutti fomentati tra penne, quaderni e libri.  Ed oltre ai miei libri prendo le penne rossa, blu, verde che servono per distinguere le parole. Non ridete.
E poi mi incontro con una ragazza italiana e parliamo di lavoro, di quest'esperienza che alla fine è una lima, per alcune cose ci accomuna tutti. Ci riporta tutti allo stato grezzo, a prescindere dalla forma che avevamo prima di fare il salto.

Pranziamo insieme e poi da Primark, come se fosse una giornata di shopping con un'amica invece che con una persona conosciuta da 10 minuti.

Perchè a volte l'unica cosa che serve sono due chiacchere, una giro per negozi riflettendo su quanto le distanze ed i tempi cambino, in una situazione come questa.
I ragazzi che abitano sopra di noi, per esempio, mi sembra di conoscerli da una vita.
Tempo?! Le 14! Sono le 14!! La fila è troppo lunga, mollo i miei acquisti e scappo a prendere la metro.
I miei cani mi aspettano.


Ho bisogno di un dog sitter.

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