giovedì 17 luglio 2014

Il ponte bipolare nella Berlino dei pensieri.



Google immagini "Ponte bipolare"

Il ponte dei pensieri.


Che immagine vi viene in mente con un titolo così?
A me è venuto in mente, da brava razionale, un ponte su cui si pensa mentre per la mente che ha partorito questo titolo, era più un ponte fatto di pensieri.


Per la prima volta nella mia vita ho partecipato ad un laboratorio di scrittura creativa e il primo esercizio è stato "pensate ad un titolo, il primo titolo che vi viene in mente. Fatto? Bene. Ora date il titolo alla persona che vi siede accanto. Lavorerete sul titolo pensato dall'altra. Avete circa 10 minuti."

E così è stato. 

Ed io ho scritto questo:


La sera rincaso sempre alla stessa ora.

Ed è sempre alla stessa ora che mi fermo su questo ponte che attraversa il canale.
L'aria è salmastra ma a me sembra fresca, sarà che arrivo qui sempre dopo 8 ore di ufficio e quasi una di treno.

Mi fermo sul ponte: è il mio vezzo, la mia piccola libertà.
So bene che dovrei sbrigarmi a rincasare, che non ho ancora preparato la cena, i bambini reclamano e il cane deve fare pipì ma mi concedo sempre il lusso di fermarmi su questo ponte.
Dove l'aria è salmastra e fredda e verrebbe facile pensare.


Io non lo so se penso, me ne sto lì impalata, a guardare il fiume, ad annusare l'aria.
Anzi, il mio vezzo è proprio provare a non pensare, il mio esercizio è sentire, soltanto sentire. Sentire, ad esempio, la terra che sotto ai miei piedi, vibra al passaggio del treno.

Vado.


Se mi piace? Certo che no.
Difficilmente mi piace ciò che scrivo e soprattutto non ho mai pensato né voluto scrivere niente su un ponte dei pensieri, il mio titolo era Berlino Bipolare. Bello, no?

E poi non so scrivere a comando e non so scrivere racconti di fantasia. So scrivere solo di quanto stia bene, stia male, di quanto intensamente e come stia vivendo qualcosa.

Eppure, qualcosa è uscito.

Eppure, pensando a questo ponte dei pensieri mi è venuto subito in mente un ponte di una stazione della S-Bahn qui a Berlino, una stazione ad Ovest: West qualcosa... Westend o Westkreuz non ricordo bene, ponte su cui non mi sono mai fermata a pensare ma che è stato uno dei primi posti che ho visto qui a Berlino lo scorso anno, non appena trasferiti.

Non è il ponte di Warschauer strasse, nè il famoso 
Oberbaumbrücke, è un posto come un altro, un posto che nessuno va a visitare, un po' anonimo forse.
Ma è arrivato in soccorso e così in dieci minuti ecco venuto fuori un raccontino di senso compiuto.
Io mi ci sono fermata, su quel ponte, ed ho provato a non pensare. Proprio come lei.

Sono soddisfazioni.

Chissà cosa avrei scritto, seguendo la scia della Berlino Bipolare che mi era venuto in mente.
Perché Berlino lo è un po' bipolare: la modiva e la quiete, l'est e l'ovest, il passato e il presente.
E pure io sono un po' bipolare, sarà per questo che ci sto bene a Berlino.

Per esempio, ora ho voglia di cambiare discorso. E mi piacerebbe mi seguiste in questa svolta improvvisa, è facile.

Per esempio l'epilessia. 

L'epilessia di qualcuno che amiamo, potrebbe essere definita come cura contro l'ansia?!
Almeno nel mio caso sta funzionando più o meno così, il mio dover avere tutto sotto controllo se ne va in fumo in una manciata di elettrici secondi.

Un momento prima il tuo cane è lì con te sul letto, sul divano o per terra, forse sta riposando. 

Ed un attimo dopo parte in chissà quale mondo lontano e tu non puoi fare altro che intervenire alla svelta col farmaco ed aspettare. E poi sperare che torni da te il prima possibile. Poi qualche secondo ancora in cui cerca di capire chi è e cosa gli è successo e si aspetta ancora quella manciata di secondi, sperando fortemente che la smetta presto di guardarti come se non ti riconoscesse e poi via....feste a non finire, come se non ti vedesse da anni.
Chissà, forse davvero non ti vede davvero da anni, dopo una crisi.


Niente più piani, niente certezze, può avvenire in un qualsiasi momento.
Niente "pensieri magici": è successo perché ieri gli ho dato due bastoncini in più o perché i vicini hanno esultato per i Mondiali. 

No, macché, non c'è logica alla quale attaccarsi: arriva e basta. 

E nel frattempo ti insegna ad aspettarti tutto e ad essere pronta, a tutto.
E nel frattempo, tutto prosegue e siamo arrivati ad un'altra estate in cui tutto è diverso dalla precedente.
Ponti compresi.


2 commenti:

  1. ...ma quanto mi hai fatto sentire con il tuo mini racconto ogni singola sensazione della protagonista ? Grande !!

    RispondiElimina
  2. Non lo so, quanto? Spero tanto! Grazie anonimo/a. :D

    RispondiElimina

prego, accomodatevi pure...