mercoledì 22 gennaio 2014

Come vive Francesca all'estero.

Stamattina molte persone mi hanno chiesto un parere su questo articolo.

(in realtà sono state solo 4 ma voi capirete che mi vedo costretta a mentire solo per creare un'aspettativa maggiore e per darmi un tono).

Non mi permetterei mai di rispondere ad un pezzo di giornalismo di inchiesta ma siccome qui non ho trovato né il giornalismo, né l'inchiesta solo un post alla "ha detto mio cuggino" allora posso farlo, posso rispondere. Eccome se posso.

Anche fosse solo per il semplice fatto che, a differenza di chi scrive, io sono un'italiana che vive all'estero e potrei essere, ma  fortunatamente non è così, una delle persone che il buon Matteo tenta con questo suo modo goffo, di descrivere.


Penso che si possa fare tutto con superficialità, e con superficialità non intendo guardare Grey's Anatomy la sera ed ascoltare Tiziano Ferro, ma penso a quella superficialità che ci fa fare le cose solo per poter raccontare di averle fatte:

"Famme vede' sto Museo che sennò quando torno da Madrid che je racconto a quello stronzo del vicino mio?"
"Oh famme anda' a sta mostra perché ci vanno tutti, non posso mica mancare che poi chi li sente quelli del corso di fotografia?" 

E via dicendo, o via facendo, come preferite.

E con la stessa superficialità si può emigrare, restare, parlare di chi emigra, parlare di chi resta. Parlare e basta.
Scrivere di chi emigra, scrivere di chi resta...
Il tutto senza provare a  calarsi un minimo nel contesto, nel vissuto delle persone ma ragionando solo per "gruppi di persone": chi emigra, chi resta, ci torna, ecc.

(i negri, i rumeni, i zingheri, vi dice qualcosa questo? A me dice Italia, purtroppo.)

E questa è la strada che ha scelto il buon Matteo: scrivere un pezzo sull'emigrazione, cavalcando quell'onda controcorrente che é tanto in auge adesso e decide di farlo infarcendolo di luoghi comuni: il cibo cattivo, i lavori declassanti, l'invidia, la nostalgia (come se fosse una vergogna, provare un sentimento), andate via ma starete esattamente come si sta qui.

A tal proposito, credo che abbia dimenticato di citare il bidet. Grande mancanza.

E, all'italiana, accusa tutti gli italiani che vivono all'estero di rubare senza sapere che probabilmente e parlo della mia situazione personale, caro Matteo, ma sono pronta a scommettere lo stesso di molte persone che vivono qui a Berlino, se ne sono andati dall'Italia proprio per non farsi derubare più, o per non essere costretti a rubare per vivere.

Io pago le tasse con gioia, ho avuto un contratto di lavoro dopo 5 mesi che ero quindi e dopo 20 anni di lavoro in Italia quasi sempre in nero, sborso 78 euro al mese di abbonamento per i mezzi pubblici e li benedico ogni mattina,  tu sai di cosa sto parlando?
No.
Che ne sai tu?
Mangio bene, perché chi mangia male all'estero è chi ha avuto la pappa pronta fino al giorno in cui ha cambiato paese e ora si ingozza di Kebab perché non si sa cucinare una pasta.
Faccio la spesa, cucino, pensa! Proprio come mammina tua in Italia! Curioso eh?

Tra le più care amiche che ho qui, della mia nuova vita, una è israeliana e due sono italiane. 
Non me ne frega un cazzo di stare solo tra italiani ma se trovo italiani simpatici ci sto volentieri, troppo difficile come condizione?

Io sono arrivata qui con mio marito, siamo fortunati. C'è chi arriva solo e mi chiedo, sarà libero di decidere con chi stare -anche con italiani- senza ritrovarsi intrappolato in un articoletto del cazzo che pretende di spiegare verità che non esistono? 

Come ho commentato sul tuo post, non amo dare consigli, così come non mi piace riceverne se non richiesti ma per te, buon Matteo, faccio un'eccezione:

Matte', fattelo un giro in una delle città dove vivono i tuoi amici, ma non ci andare un fine settimana da turista, vacci a vivere per un po'. Progetta un trasferimento, sposta baracca & burattini, prendi tua moglie, tuo marito, la tua ragazza chi te pare e andate a vivere all'estero. Lascia casa in Italia con la paura di non farcela, lascia il lavoro, arriva da qualche parte, magari senza sapere la lingua, cerca una nuova casa, cerca un nuovo lavoro, prova a fare nuove amicizie, chiediti ogni giorno di essere sincero con te stesso nel risponderti alla domanda: "come stai?" magari perché hai promesso a tua madre di farlo, di essere sincero e di non rimanere mai solo per puntiglio, progetta i rientri in Italia una volta ogni sei mesi se va bene, perché il lavoro -che tu sottintendi essere di merda ma spesso così non é- bisogna tenerlo in considerazione, chiedi a sorelle ed amici di venire a trovarti, vai all'aereoporto a prenderli e a riaccompagnali col cuore che diventa piccolo piccolo mentre pensi: "torneranno, ed è bello così!", passeggia per una città tutta nuova e gioisci della civiltà che nella tua tanto ti è mancata.

Poi, solo dopo qualche mese fai il tuo bilancio.
Il tuo, quello che hai ottenuto, quello in cui hai fallito.

Perché pretendere di parlare di milioni (non sono ferrata in statistica, proprio come il buon Matteo ma se si considera tutto il mondo non dovrei aver detto una cazzata così grossa) di persone come hai fatto tu, come ha fatto Battista nella tristemente famosa trasmissione, altro non fa che rafforzare l'idea: se questo é l'Italia, se questo sta diventando l'Italia, ho fatto bene ad andarmene.

Dai, prova questa esperienza da emigrante se vuoi e poi, scrivi. 

Spero solo che tra le tante capitali che hai descritto tu non scelga quella sbagliata. Per chi ci vive, naturalmente.

17 commenti:

  1. Mamma mia, leggendo il tuo post mi è venuta troppa voglia di leggere l'articolo!! Dove posso trovarlo? Partecipo pienamente alla tua incazzatura e, en passant, mi hai vatto piegare in due sul fatto che il tizio abbia dimenticato di citare il bidet :D. All'attivo ho 13 anni di "esteraggine", 4 in Portogallo e 7 in Francia. Sono sempre stata meglio fuori che in Italia e non ho intenzione di tornare e non solo per i problemi che ha il nostro paese... credo anche per una certa inclinazione personale. Comunque ho sempre mangiato da favola, frequentato italiani quando mi andava e pagato le tasse quasi contenta di farlo.

    Valeria (quella che vive nel Nord della Francia... mi pare che c'è n'è anche un'altra che ogni tanto partecipa al tuo commentarium ;-) )

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  2. Ciao Valeria, lo trovi proprio nella prima riga. Clicca su "questo articolo". E grazie come al solito per i commenti sempre interessanti :)

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  3. il problema è che più continuiamo a linkarlo e più pubblicità e visibilità ha quell'imbecille.

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  4. Grazie Francesca, non avevo notato il link su "questo articolo". Comunque mi ha fatto incazzare, sì, e non poco, ma mi ha fatto anche molto ridere (poraccio). Sono rimasta abbastanza stranita dal fatto che un giornale come quello (che rispetto, ma che leggo sempre con le pinze) abbia potuto pubblicare una boiata simile... Forse, come diceva qualcuno nei commenti, lo hanno fatto soprattutto per creare polemica... La cosa in ogni caso non gioca a favore della credibilità del giornale!! Linkandolo comunque non si dà visibilità all'imbecille, ma alla sua imbecillità e l'imbecillità a volte va resa visibile per poterla evitare. Si dà visibilità anche al fatto che, purtroppo, il professionalismo nel giornalismo non esiste più. Quindi grazie per il post!

    ciao :)

    Valeria

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  5. No, ok, va bene tutto, siamo pure d'accordo e anche io vivo "all'estero" da piu' di 5 anni ormai, in vari paesi in europa..
    Pero' ci si puo' risparmiare una volta tanto di tirare fuori cose come questa?
    "progetta i rientri in Italia una volta ogni sei mesi se va bene, perché il lavoro -che tu sottintendi essere di merda ma spesso così non é- bisogna tenerlo in considerazione, chiedi a sorelle ed amici di venire a trovarti, vai all'aereoporto a prenderli e a riaccompagnali col cuore che diventa piccolo piccolo mentre pensi: "torneranno, ed è bello così!"
    No perche' dico che differenza avrebbe fatto spostarsi da Roma a Milano piuttosto che da Roma a Berlino. Il viaggio in treno costa piu' o quanto il volo in aereo e ci si impiega probabilmente le stesse ore o forse di piu'...
    Visto che non siamo propriamente emigrati, come queste persone qui: http://www.youtube.com/watch?v=YAqMWdlg_qA allora sarebbe finalmente il momento di smetterla di parlare di fuga di cervelli e di motivi per andare qui o li, e di riconoscere di essere i primi privilegiati cittadini europei liberi di scegliere dove vivere.

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    1. Cara Silvia, sono felice per te ma i voli da Roma a Berlino al momento sono sui 200 euro nei fine settimana e io non posso permettermeli. Saranno anche cazzi miei o devo avere paura di passare per patetica ai tuoi occhi superficiali che non colgono il senso di quanto scritto?
      Per capire eh? :)

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    2. Per non parlare del fatto che non posso fare come mi pare al lavoro o, in questo mio caso specifico, a scuola. Quindi il tuo commento si accorda benissimo col tono del buon Matteo: scriviamo qualcosa, per il gusto di farlo. :)

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  6. Valeria@ non per difendere il Fatto (voglio dire, ci lavora anche Scanzi come puö essere difendibile?) ma avere un blog sul Fatto non significa essere giornalista.
    Poi magari il buon Matteo lo sarà pure eh? :)

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  7. avevo fatto un po di ricerche.. non so se ha il tesserino, ma su linkedin e nella sua biografia che compare sulla piattaforma del Fatto online si definisce "giornalista" (dopo aver letto le sue boiate mi pare grave che uno possa anche solo permettersi di definirsi così, mi dà un fastidio quasi fisico)

    Valeria

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    1. bè, come se io mi definissi scrittrice per il solo fatto di "scrivere" :D

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  8. bellissimo! complimenti e grazie per aver detto un pò di verità, in particolare mi è piaciuta la frase "come se fosse una vergogna, provare un sentimento" inoltre è molto piacevole la lettura.

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    1. Grazie Riccardo! Allora continua a leggere e io proverò a continuare a scrivere :)

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  9. Io vivo in Danimarca e tutti ciò che hai scritto lo firmerei 3 volte. Sono stanco dell'immagine che viene data dell'italiano all'estero. La mia ragazza è danese, I miei amici danesi, cucino tutti i giorni, pago i mezzi e quando torno a casa lo faccio col sorriso. Tiè

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    1. Grazie Giulio della testimonianza. :) Saremo un po' stufi di queste cazzate,no? :)

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  10. Quello di Cavezzali è veramente una stupidaggini...e lo dico da italiano all'estero, svizzera...lasciamo stare. E comunque un mio carissimo amico ha scritto proprio un libro su Berlino...magari già lo conosci.

    http://www.quodlibet.it/schedap.php?id=2048#.UvPd-WRnMdc

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  11. Ciao Francesca,
    è la prima volta che leggo un tuo post, e sono arrivato al tuo blog dopo una lunga ricerca. Sono un italiano che sta cercando di andarsene ed al momento si sta delineando una buona opportunità su Berlino, quindi cercavo qualcuno che mi potesse dare qualche consiglio. Comunque dopo questa breve premessa torniamo al tuo post molto "ARRABBIATO". Ho letto l'articolo in oggetto e indubbiamente questo tipo di persone fanno come si suol dire "partire l'embolo". Devo dire però che all'inizio l'articolo non sembra voler parlar male di coloro che vanno all'estero per cercarsi una vita migliore avendo fatto grossi sacrifici (anche se poi prende una strana piega), ma di quelle persone (e ti assicuro ce ne sono tante) che vogliono entrare a far parte a tutti i costi di questa categoria pur non avendone le capacità. Ragazzi che vanno all'estero con i soldi di mammina e papino per poter dire a parenti e amici che anche loro sono stati costretti ad andarsene, anche se poi alla fine tornano non essendo in grado di andare avanti se non con una raccomandazione o "amicizia". Purtroppo però tali persone rimangono fuori il tempo sufficiente per dare allo straniero un'immagine sbagliata dell'italiano e quindi cominciano i luoghi comuni. Non ti nascondo che una persona a me cara, in un'esperienza fatta a Londra, nel cercare lavoro come cameriera (e stiamo parlando di una laureata) quando si imbatteva in locali gestiti da italiani, la prima condizione era: "pagamento a nero". Oggi lasciare la propria città per molti è un enorme sacrificio, lasci gli affetti, le tradizioni e stravolgi completamente la tua vita per dare qualcosa di più alla tua famiglia. Purtoppo però anche questo è diventato uno "status symbol": ho l'iphone, faccio l'apericena e vado vivere all'estero (con i soldi di papà e per poco tempo altrimenti poi diventa troppo stressante). Una volta mi son sentito dire:"anche mia figlia con il marito hanno dovuto lasciare Napoli... si sono trasferiti a Salerno". Per concludere penso che i "mediocri" abbiano una gran paura del fatto che i "cervelli" si stiano trasferendo tutti all'estero, immagina un paese fatto solo di stupidi e raccomandati... chi farebbe il lavoro? Noi (perdona la mia presunzione ma mi ci inserisco anche io) gli facciamo comodo: lavoriamo incondizionatamente in quanto spinti da un senso del dovere che ormai appartiene a pochi, gli risolviamo i problemi, siamo persone oneste, e loro fanno carriera!
    Per concludere persone che scrivono o parlano di ciò che non conoscono sono solo da compatire, sono persone che non hanno argomenti e che cercano di nascondere la propria mediocrità denigrando gli altri... se tu sei un mediocre, sai di esserlo, e sai di non poter far nulla perchè quella è la tua natura, l'unico modo per sentirti meno inutile è quello di pensare che il mondo che ti circonda è mediocre come te.
    Comunque penso sia giunto il momento di chiudere, sono talmente arrabbiato con il mio paese che potrei scrivere per ore.
    Ti mando un saluto e un "in bocca al lupo" per la tua vita a Berlino.

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  12. Io trovo invece che sia una perfetta descrizione dell'emigrante italiano medio. Che è uguale all'italiano medio, ma è emigrato. Tra l'altro all'inizio del post si evince che non sta generalizzando con tutti gli italiani all'estero. Non prenderla sul personale, mi sembra descrivere tutt'altro!

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prego, accomodatevi pure...